mercoledì 9 marzo 2011

Toscana segreta: necropoli del Poggino

Un approfondimento dopo l'escursione dello scorso sabato 5 marzo.

La maggior parte dei reperti di origine etrusca sono le numerose necropoli diffuse sul territorio Toscano. Le tombe etrusche, che si sono conservate poiché costruite in pietra, ci hanno permesso di conoscere le usanze e la cultura di questa civiltà: per la religione etrusca l'uomo necessita, nell'aldilà, di un ambiente piccolo e familiare in cui trascorrere la vita dopo la morte, assieme agli oggetti personali che possedeva in vita: ciò spiega la cura con cui venivano costruite le necropoli e il fatto che la pittura di questo popolo sia quasi esclusivamente funeraria. Le pareti delle necropoli erano dipinte a colori vivaci (imitando, in taluni casi, la volta celeste, o scene di vita vissuta) per contrastare l'oscurità, simbolo della morte spirituale. La necropoli etrusca del Poggino che abbiamo visitato lo scorso sabato 5 marzo è situata nei pressi di Fonterutoli, nel comune di Castellina in Chianti. La necropoli è posta su una collina che fu utilizzata come cimitero (necropoli) da una comunità etrusca che abitò il territorio dalla fine del VII secolo a.C. fino al V secolo a.C.
La prima tomba che abbiamo visto...
è ancora provvista del dromos (corridoio d'accesso) del tipo a schiena d'asino. Percorrendolo per entrare nella camera, si vedrà che le soglie originali sono ancora al loro posto. La porta, dispersa,doveva essere chiusa da una lastra di pietra. Queste tombe potevano essere utilizzate più volte e, quindi, si può immaginare, un sistema d'apertura basato su cardini. Le camere che componevano questa tomba erano tre: le due situate alla destra ed alla sinistra della porta d'ingresso, fortemente danneggiate probabilmente a causa delle violazioni ripetute che la tomba ha subito in passato. La camera centrale la si può ancora ammirare nella propria dimensione d'origine. Al centro di questa camera, si può notare, il pilastro che sosteneva la copertura della tomba probabilmente fatta di lastre disposte a gradoni che erano sorrette dal pilastro stesso. Le pietre utilizzate per questa tomba, come anche per le altre, sono l' alberese, una pietra calcarea locale dal un colore grigio-giallo chiaro e dalla superficie liscia, e il travertino, probabilmente importato da altre zone del territorio di Siena. In questa tomba sono stati ritrovate due anfore in ceramica in una delle quali è rappresentata una scena di banchetto. La seconda tomba che abbiamo incontrato ... è molto piccola e meno articolata della precedente: il dromos è assente e la tomba è composta di una sola camera. Si può notare che le due pietre che formavano la porta sono ancora in piedi. Malgrado le dimensioni ridotte, rispetto all'altra tomba, occorre ricordare che questa tomba era ricoperta comunque da un tumulo (monticello di terra e pietre sopra una sepoltura). La terza tomba che abbiamo visitato, quella più grande della necropoli e anche la più antica, infatti è stata la prima ad essere costruita alla fine del VII secolo a.C. Le dimensioni della tomba e la ricchezza di quello che rimane del corredo consentono di attribuirla ad una potente famiglia del luogo di rango principesco. L'aspetto monumentale della tomba è chiaramente intuibile dalle dimensioni considerevoli della parte del tumulo rimasta. È composta da un lungo dromos d’ingresso del tipo a schiena d'asino, come quello della prima tomba, e da un vestibolo che immette in tre celle disposte a croce. La soglia d'ingresso è tuttora in piedi. L'interno è composto da tre camere e da un locale più piccolo situato in fondo alla tomba. Le due camere a destra e a sinistra della porta d'ingresso, al momento della scoperta erano fortemente danneggiate. Per il restauro delle mura sono state utilizzate pietre di tufo giallo per differenziarle dal muro originario. Nella camera principale, si può notare il largo uso di travertino: passando attraverso una porta, delimitata da una coppia di grosse lastre di travertino, si entra nella parte più piccola, una sorta di cella situata nel fondo della tomba, dove si trovava un'altra camera di deposizione. In questa cella fu ritrovata una parte del corredo funebre, che poi è stato utilizzato per la datazione della tomba: i resti di un'urna cineraria, un frammento di ferro che serviva di decorazione ad una cassa in legno da parata, alcune placche di avorio incise e frammenti di vasi in bronzo.

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